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Hs-Ha: il caso Zeus

Zeus: un caso di Hs-HaHo incontrato Zeus, un labrador di 2 anni, al termine della cura per una conclamata sindrome Hs-Ha (ipesensibilità e iperattività). Il cane era ormai clinicamente “guarito” eppure la famiglia aveva grosse difficoltà di gestione: se lasciato da solo distruggeva letteralmente la casa, in presenza dei proprietari era sempre agitato, saltava addosso, mordeva le mani, li seguiva per tutta casa, al momento delle uscite era così eccitato che saltava addosso a chiunque incontrasse appena uscito dall'ascensore, in passeggiata tirava al guinzaglio, abbaiava furiosamente agli altri cani. La sua famiglia non era convinta che fosse davvero guarito.

Prima della cura la situazione era decisamente peggiore, Zeus non aveva il controllo del morso, la notte girava per casa cercando di coinvolgere i proprietari in qualche attività, era sempre affamato, giocava in maniera troppo pesante e non smetteva mai di “pretendere” attenzioni dai proprietari o dall'altro cane di casa che tollerava sempre meno il suo modo di interagire e spesso lo redarguiva con fare deciso... ma Zeus non era in grado di comprendere la sua comunicazione! Il veterinario comportamentalista aveva prescritto una terapia farmacologica a base di fluoxetina e una terapia comportamentale basata sui giochi di collaborazione e di ricerca.

La fluoxetina è un farmaco che favorisce la neurotrasmissione serotoninergica perchè agisce aumentando l'attivazione dei recettori della serotonina in maniera molto selettiva. La serotonina è nota anche come “ormone del buon umore”, agisce in molte funzioni biologiche ed espleta effetti diversi in base alla regione corporea coinvolta. Sincronizza i ritmi sonno-veglia, favorisce la comparsa del senso di sazietà, interviene nel controllo del comportamento sessuale e riduce i comportamenti aggressivi antisociali. Insomma una buona base per iniziare la terapia comportamentale.

Quando ho fatto visita per la prima volta ai proprietari di Zeus ho notato che c'era una gran differenza nella gestione del cane da parte di Lui e di Lei, la figlia invece era del tutto disinteressata all'educazione.

La signora L. si mostrava quasi sempre calma (anche se ogni tanto sbottava in qualche rimprovero deciso) e un po' ansiosa, il signor A. è un omone abituato a sfruttare la sua stazza e l'alto volume della sua voce per intimorire il cane ed impartire ordini. Ho deciso di iniziare dalla comunicazione corporea e paravebale, chiedendo di lavorare in silenzio con il cane e di allenarsi a parlare tra loro con un volume di voce più basso. Il cane si è dimostrato subito più attento e concentrato e questo ci ha permesso di affrontare in maniera efficace gli altri punti del programma: educazione alimentare, abitudine alla calma, gestione delle iniziative e del gioco, passeggiate al guinzaglio.

Zeus ha problemi di intolleranze alimentari e mangia soltanto i suoi croccantini monoproteici che abbiamo utilizzato anche come premio durante il percorso educativo, la fluoxetina ha regolato il senso di sazietà e una corretta gestione del cibo ha aiutato Zeus ad attribuirgli il giusto valore.

Lavorando sull'abitudine alla calma e ancorando questo stato emotivo alla copertina Zeus si è mostrato mediamente più tranquillo nell'arco di un paio di settimane ma la chiave di volta nel suo caso è stato il gioco, o meglio la gestione del gioco. La signora L. era già abituata a giocare molto con il cane e faceva i giochi che giustamente le aveva consigliato il medico comportamentalista: ricerca olfattiva e problem solving con l'intenzione di aiutare Zeus a concentrarsi su un compito per impiegare in maniera adeguata le sue energie. Quello che mancava ancora era di mettere in atto un rituale che incorniciasse il gioco per confinarlo nel tempo ad esso dedicato e fare in modo che Zeus comprendesse che non era lui a decidere quando e per quanto tempo si potesse giocare.

Sono stati stabiliti un chiaro segnale di inizio e uno di fine delle attività e piano piano il cane ha capito che per quanto potesse chiedere con veemenza non riusciva ad ottenere alcun tipo di interazione dopo il segnale di “finito” e che, al contrario, se rimaneva tranquillo per un po' sulla sua copertina la proprietaria lo avrebbe chiamato per giocare insieme.

In poco tempo Zeus è diventato estremamente collaborativo e concentrato in casa ed è arrivato il momento di trasferire queste sue competenze anche in altri ambienti. Prima di affrontare la passeggiata bisognava insegnare al cane a mantenere la calma durante i preparativi per l'uscita e nell'androne, perciò abbiamo lavorato molto durante la “vestizione”, sulla gestione dei varchi e sulla capacità dei proprietari a “centripetare” il cane in modo da ottenere la sua attenzione in maniera automatica ed evitare che saltasse addosso ai condomini nell'androne. Questa parte del lavoro è stata più lunga del previsto probabilmente perchè era un comportamento ormai radicato ed anche perchè i proprietari non sempre sono stati coerenti nella comunicazione, comunque alla fine si è ottenuto un ottimo risultato. Ormai Zeus aveva capito perfettamente che per ottenere le cose che più gli piacevano (attenzioni, gioco, uscite, cibo, coccole) doveva rimanere tranquillo ed ha imparato in fretta anche a camminare con il guinzaglio morbido, visto che se tirava non poteva andare da nessuna parte!

Zeus e la sua famiglia erano ormai pronti per affrontare l'ultimo punto del programma: il comportamento alla vista di un altro cane. Abbiamo lavorato per ottenere un cambio di associazione coinvolgendo cani-spalla a distanze progressivamente ridotte, anche in questo caso Zeus ha imparato molto in fretta ed ora può godersi lunghe passeggiate in tutta serenità.

Il caso di Zues ci aiuta a comprendere come, a volte, sia necessaria una terapia farmacologica per metter il cane in condizione di apprendere ma anche come questa da sola non è sufficiente e come possa essere efficace se accompagnata a un programma educativo appositamente studiato.

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