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Intervista a Giuseppe Luscia - Canile Rifugio Paquito

Giuseppe LusciaChi è Giuseppe Luscia?
É un educatore cinofilo ThinkDog, un formatore TD, uno che ha provato a vedere se c'erano cose diverse da fare nella vita piuttosto che un lavoro tradizionale e si è imbattuto in questo mestiere.

Da dove nascono questa passione per i cani e l'impegno a sostegno dei canili?
L'amore per gli animali e per i cani nasce insieme alle persone, è una cosa che hai scritta dentro. La passione per i canili nasce un po' per caso. Durante il corso educatori che ho frequentato in ThinkDog sono rimasto molto colpito da Eleonora Bizzozero e dalla passione che aveva nel raccontare il suo lavoro in canile. Dopo un po' di anni di lavoro a domicilio, quando ho aperto l'associazione Dog's Soul, la prima cosa che ho fatto è stato andare nel canile più vicino a casa mia con il mio pacchettino di idee per vedere se c'era qualche modo per rendermi utile all'interno del canile. Lì ho avuto la fortuna di trovare un gruppo che stava già cercando di cambiare le cose, insoddisfatto del modo tradizionale di stare in canile, gente che aveva tanta voglia di fare e trovava poco spazio, volontari che non si accontentavano di stare in canile a passare del tempo e volevano fare qualcosa di più efficace. La prima attività che abbiamo fatto insieme è stato un corso di formazione per volontari di canile e da lì è partito tutto. Una delle partecipanti al corso, infatti, è direttrice di un canile, il Rifugio Paquito, e ci ha ospitato nei nostri primi esperimenti di training con i cani in canile. Oggi il Rifugio Paquito è il laboratorio da cui partono tutti i nostri progetti. Sono stato fortunato perché c'era già tanta voglia di esplorare nuove strade, io ho solo tolto il coperchio a una pentola che bolliva già!

Che percorso di formazione hai fatto? Come sei diventato formatore per volontari di canile?
Ho fatto il corso educatori e l'assistente ai corsi tutte le volte che ho potuto, ho cercato di copiare il più possibile le persone che ho seguito per fare la mia formazione, mi sono informato, ho letto un po' di cose su quale potesse essere un modo diverso di approcciarsi al canile, ho frequentato seminari. Ma in sostanza quello che ho fatto è stato cercare di portare in canile le cose che ho imparato in ThinkDog, adattandole al contesto. Sappiamo tutti che in canile c'è un ambiente difficile, il cane non passa la sua giornata in famiglia ma sta per molte ore ad annoiarsi in un box e questo non ti permette di fare tutto quello che vorresti. Alcune cose, comunque, si adattano alla situazione e ti permettono di lavorare sull'adottabilità, di migliorare il suo approccio con le persone e la sua capacità di inserirsi in maniera armonica all'interno di una famiglia. Questo lavoro rende tutto un po' più facile perché permette di far adottare i cani più velocemente. Cerchiamo di lavorare con i cani che hanno le maggiori possibilità di uscire in fretta in modo da garantire un turn over più alto e da lasciare spazio e tempo anche a quei cani che invece avranno più difficoltà ad uscire. Questi ultimi, in un canile meno affollato avranno più occasioni per fare esperienze e più possibilità di interagire con le persone. Insomma, pur restando in canile vivranno in un ambiente migliore.

 

Canile Rifugio PaquitoOltre ai volontari che seguono questo corso c'è anche personale specializzato in questo canile?
Al Rifugio Paquito ci sono una direttrice e degli operatori che sono dipendenti oltre ad una nutrita squadra di volontari. Sogno il giorno in cui a lavorare nei canili ci sarà personale specializzato, oggi in genere non è così. La cosa paradossale è che in un ambiente difficile come il canile, dove ci vorrebbero altissime competenze, spesso è l'unico posto dove se vuoi fare il volontario nessuno ti chiede di frequentare un corso di formazione. In realtà in un canile non basta la buona volontà. E proprio le persone che sono così convinte che il loro lavoro può fare del bene ai cani devono mettere in conto che fare le cose sbagliate può fare del male; da questa consapevolezza deriva l'importanza che diamo alla formazione dei volontari. I risultati che otteniamo con i cani dipendono da loro e c'è moltissima differenza fra il contributo di chi entra privo di formazione e le persone che, invece, se ben formate possono lavorare tutte allo stesso modo, con obiettivi comuni, sapendo bene cosa fare, come interagire con i cani in una maniera uniforme e sfruttano al meglio tutto il tempo che passano in canile per essere il più efficaci possibile. Le risorse non sono mai abbastanza, né le risorse economiche né le risorse umane. E questa dovrebbe essere una ragione in più per far fruttare al meglio il lavoro ed i sacrifici dei volontari. Su queste cose occorre lavorare in tutti i canili perché di gente con buona volontà ce n'è tanta e sta alle persone che hanno più esperienza di canili e di cultura cinofila organizzare la buona volontà delle persone per ottenere dei risultati, fare cose concrete e tradurre le cose scritte sui libri in cose da fare anziché stare sempre a lamentarsi del problema senza fare niente per cambiare.

Campus a 4 ZampeCome funziona nella pratica di tutti i giorni il Rifugio Paquito? Chi decide con quali cani lavorare, che tipo di programma seguire, a quali persone affidare il training dei cani?
Il Rifugio Paquito è una ONLUS che offre servizi in convenzione con alcuni comuni della zona. Il lavoro di training sui cani viene concertato dagli educatori cinofili che lavorano lì insieme ad un veterinario del comportamento che fa una valutazione dei cani tesa ad avere un indice che evidenzi quanto il cane sia adottabile in modo da scegliere di volta in volta i cani più pronti all'adozione. In linea di massima scegliamo piccoli gruppi, di cinque o sei cani, e li inseriamo in un progetto che abbiamo chiamato “campus 4 zampe”. I cani inseriti in questo progetto, vengono coinvolti in un modello di training che abbiamo sviluppato appositamente, in cui facciamo fare una serie di esperienze utili. Cerchiamo di lavorare su competenze che facilitino la fase di inserimento in famiglia, quindi che abbiano confidenza con le persone, che sappiano salire e scendere da una macchina, che possano fare una passeggiata al guinzaglio in maniera educata, che possano andare in centro, che sappiano cosa succede quando ci si ferma al bar. Tutte cose che permettono alla famiglia adottante di fare una intensa vita insieme. Quando siamo soddisfatti dei risultati, per questi cani facciamo tutta la promozione possibile: video su internet, locandine da distribuire ecc, ed indirizziamo tutti i potenziali adottanti verso i cani che hanno seguito il training perchè sappiamo che hanno le maggiori possibilità di inserirsi al meglio. Quando questi cani sono andati a casa in famiglia, iniziamo un progetto nuovo, cioè selezioniamo altri cinque cani, li inseriamo in un nuovo ciclo e tutto riparte da capo. Scegliere di lavorare con pochi cani serve per essere efficaci, per concentrare gli sforzi dei volontari che oggi sono una trentina a fronte di circa 120 cani. Ancora pochi rispetto alle necessità di lavoro che ci sono in un canile, però concentrarsi su questo gruppo di cani ci permette di far vivere in poco tempo tante esperienze e quindi di essere efficaci.

Come si sceglie la famiglia a cui affidare un cane?
Si cerca di mediare le ambizioni della famiglia, che tipicamente cerca il colpo di fulmine dal punto di vista estetico, spiegando che un cane giovane è più impegnativo di uno maturo e che un cane maturo non è un cane finito, che ci sono contesti in cui è più opportuno avere un certo tipo di cane piuttosto che un altro e che tutto dipende dalle condizioni di vita della famiglia, quali abitudini hanno, in che tipo di casa abitano, se ci sono bambini. Si cerca così di creare la combinazione più promettente. Dopo l'adozione c'è un percorso di inserimento del cane, gli stessi volontari che hanno lavorato con quel cane nel periodo di training lo seguono durante le prime fasi dell'inserimento in famiglia. Spesso i volontari vanno a casa, verificano le condizioni, si mettono periodicamente in contatto con la famiglia per vedere se è tutto a posto e prevengono l'insorgere di qualche piccolo problema.

Corso di Formazione Per Volontari di Canile 2010/2011Qual è la tua ricetta per un canile veramente efficace?
Io sono convinto che, al di là delle singole iniziative che si mettono in campo in canile o fuori, bisogna cercare di lavorare perché cambi l'identità stessa del canile e questo vuol dire certamente lavorare sulla percezione che la gente ha del canile, ma anche su quello che il canile pensa di se stesso. L'identità del canile è formata anche da quale ruolo i volontari e gli operatori pensano di avere nella società. Occorre che i volontari che vanno in canile siano consapevoli della grande missione che hanno davanti, del fatto che c'è assolutamente bisogno di essere rivolti verso l'esterno e non di chiudersi nell'eterno piangersi addosso e questo è proprio un problema di identità. Se avremo mai la fortuna di vedere ridotti o eliminati i problemi dei canili sarà perché saremo riusciti a cambiare il modo in cui il canile viene vissuto, dall'interno e dall'esterno, quando non sarà più visto come una sorta di discarica di cani o come un posto dove vanno i cani problematici o “difettati”. Il compito di iniziare a cambiare questa immagine non è della società in generale, è sopratutto di quelli che stanno dentro i canili. Il volontario di canile deve dimenticarsi un certo modo di fare il volontario, quello di chi si chiude in canile e non comunica con nessuno, di chi si lamenta dei tanti problemi e delle persone cattive che abbandonano i cani. Deve invece aprire le porte del canile, far entrare più gente possibile e parlare con le persone che in canile non ci vanno perchè non esiste un mondo dentro e un mondo fuori, esiste un mondo solo che genera un problema e se vuoi risolverlo devi lavorare in quel mondo lì, cercare le cause e risolverle lì.

Su quali altri fronti è impegnato Giuseppe Luscia?
Dog's Soul oltre che promuovere progetti per i canili è un centro cinofilo quindi lavora con chiunque abbia voglia di esplorare la relazione con il suo cane. Inoltre stiamo portando avanti iniziative che coinvolgono i bambini sul tema dell'educazione al rispetto dell'animale attraverso progetti di zooantropologia didattica e più in generale cerchiamo di lavorare per la diffusione della cultura cinofila, altro punto cardine della missione dell'associazione. Fortunatamente non sono da solo, con me lavorano in Dog's Soul altri 4 folli visionari, Fabrizio, Simona, Fausto ed Elisabetta, che negli ultimi anni hanno reso l'associazione un vulcano di idee e hanno riempito me di sano orgoglio. Tutti noi cerchiamo di immaginare le nostre attività come un contributo a creare una società migliore attraverso il miglioramento della relazione con gli animali. Perseguiamo il sogno di contribuire alla formazione di una generazione di persone che non produca più il problema dei canili. Viviamo in un posto piuttosto fortunato, dove il randagismo non esiste, il cane che finisce in canile da noi è un cane abbandonato quindi è la cultura del rispetto per gli animali che va coltivata per dare una risposta al problema. In tutto quello che facciamo c'è una considerazione di base: se cresce la cultura cinofila e cresce il rispetto per gli animali diminuiscono gli abbandoni. Questo tipo di approccio al lavoro può e deve nascere in canile, ma non si può esaurirsi all'interno del canile. Quando ti occupi dei cani di canile fai sicuramente delle cose buone ma lavori su un problema che esiste già: quel cane è probabilmente stato abbandonato. Il questo senso canili e centri cinofili (ma non solo) possono e devono diventare centri di competenza, capaci di lavorare anche a monte del problema diffondendo cultura cinofila, informando le persone, diventando il centro da cui parte anche un comportamento ed una cultura diversa. Questo cerchiamo di farlo anche al Rifugio Paquito con le serate informative per i cittadini che siamo riusciti l'anno scorso ad inserire nelle convenzioni con i comuni.

Progetti per il futuro?
Far crescere il più possibile l'associazione, continuare con il lavoro di formatore che sto facendo in ThinkDog, migliorarmi e continuare ad imparare; proseguire su questa strada insomma. Partendo dai cani stiamo iniziando ad occuparci di diritti degli animali, benessere, cultura e rispetto per gli animali in generale quindi ci sono una serie di attività che vanno in questa direzione. Stiamo studiando per adattare il training ad alcune situazioni particolari. Presto si apriranno nuovi fronti con un po' di sorprese per tutti!


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