“Esercizio di stretching per la coscienza, il gioco è il luogo in cui si espandono i confini della nostra identità e si diventa più pienamente umani e più pienamente cani: tutt'altro che un'attività frivola”. Questa frase di Angelo Vaira è la sintesi perfetta di tutto il libro, tutt'altro che un libro di giochi con il cane.
Chi si aspettava un manualetto di giochi da fare con il proprio cane, rimarrà deluso. Chi si aspettava un trattato filosofico sul gioco come attività didattica, rimarrà deluso.
Perché questo libro non è nessuna di queste cose in via esclusiva ma è tutto questo insieme, pur mantenendo un linguaggio semplice da comprendere con un ritmo fluido da leggere.
Sicuramente molti lettori saranno andati subito a curiosare l'elenco di giochi nell'ultima parte del libro, e lo avranno trovato molto utile e pratico... ma andando a ritroso nel testo si perde molto dello spirito che lo anima.
Partiamo dall'inizio allora! (...)
Il libro si apre con una dedica dolcissima dell'autore al suo cane e con la lettera in cui Jean Pierre racconta il gioco dal suo punto di vista.
Nella prima parte, quella scritta da Angelo Vaira, il gioco si riprende il suo ruolo di attività fine a sé stessa, ancor prima di diventare strumento per l'educazione. Per giocare e divertirsi insieme è necessario conoscersi a fondo, non esiste un gioco “standard” che va bene per tutti i cani perché ognuno ha la sua personalità, il suo carattere, le sue preferenze, le sue attitudini e un modo esclusivo di relazionarsi con noi. Il gioco, quindi, non è soltanto palestra di vita ma è soprattutto palestra per le emozioni e le relazioni. Giocando si allenano l'autoregolazione, l'empatia, la fiducia, la gioia, la felicità e molto altro ancora. Se siamo in uno stato di flusso, questo vale non soltanto per il cane ma anche per noi che condividiamo con lui momenti di gioco. L'autore ci regala un elenco di consigli da tenere sempre presenti, le “16 leggi fondamentali del gioco”, cito qui quella che più mi ha colpito nella sua semplicità: “ridere e divertirsi”, le altre potrete scoprirle direttamente nel libro.
Alla fine della prima parte viene considerata anche la funzione educativa e riabilitativa del gioco, quella su cui si concentrano educatori e istruttori cinofili che fanno del gioco uno strumento prezioso del loro lavoro...ma queste sono “pratiche secondarie”.
A partire dalla seconda parte, Valeria Raimondi, ci guida nella parte più strettamente pratica del testo. Dopo una breve introduzione del ruolo del gioco nella vita dell'uomo e del cane e qualche “istruzione” sull'utilizzo dei bocconcini e dei segnali di base, troviamo un'utilissima guida rapida alle motivazioni di razza che aiuterà il lettore a comprendere meglio le caratteristiche principali dei cani più diffusi. Se è vero che ogni razza ha il suo gioco preferito, è anche vero che ogni individuo ha il suo stile e che a volte i meticci non rientrano in alcuno schema. Segue, quindi, una panoramica su alcune tipologie di gioco tra cani e alcune considerazioni interessanti sul gioco tra cani e bambini.
Con questo bagaglio acquisito durante la lettura, arriviamo all'ultima parte con tutti gli strumenti necessari per comprendere come utilizzare e adattare alla nostra famiglia i giochi descritti.
Un libro che non può mancare in ogni casa dove c'è un cane. I riferimenti scientifici e gli spunti pratici si alternano, il gioco spontaneo e i “tecnicismi” da educatore appaiono come due facce di una moneta da spendere per costruire competenze ed emozioni.