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Paure e fobie - Caso Diana, intervista al veterinario comportamentalista

Dott.re Raimondo ColangeliIntervista al dott. Raimondo Colangeli
Medico Veterinario Comportamentalista,
Presidente Senior SISCA, 
Vice Presidente ANMVI con delega alla medicina comportamentale.

Dottor Colangeli, cosa ha osservato la prima volta che ha visto Diana?

La prima cosa che ho notato è la piaga da leccamento che aveva sul carpo destro. Per quanto riguarda il suo comportamento qui sulla terrazza dell'ambulatorio era molto paurosa, evitante; in sala visite cercava di nascondersi in fondo sotto al tavolo, lontana da tutti, senza cercare alcuna interazione con la proprietaria, non c'era alcuna socializzazione. Si potevano vedere, invece, affanno e tremori. Il cane era fortemente in difficoltà, si è messo in un angolo e non si è più mosso, non ha mai cercato l'interazione con nessuno. Non vedeva una figura referenziale nella proprietaria. (...)

In quella occasione è stata fatta una diagnosi e prescritta una terapia?

Si è fatta una diagnosi di sindrome da privazione sensoriale. La sindrome da privazione sensoriale ha tre stadi:

1 – stadio “produttivo” - i fobici che scartano, evitano, abbaiano, mordono

2 – stadio “ansioso” - è molto più involuto con posture di aspettativa ed esplorazione statica

3 - “depressione” - è uno stato in cui il cane proprio non si muove, cristallizzato e pietrificato.

Per cui in questo caso la diagnosi è stata di sindrome da privazione sensoriale stadio 2 tendente al 3 e questo legato anche alla sua anamnesi. Dobbiamo ricordare che si tratta di un cane che è vissuto per 9 anni dentro un box in canile e anche all'interno del canile non aveva grosse interazioni sociali né con le persone né con gli altri cani.

Si è affrontata una terapia farmacologica con un ansiolitico e un farmaco che viene dato generalmente nei cuccioli e negli anziani in quanto rilancia il comportamento esploratorio, e in più abbiamo utilizzato il collare a rilascio di feromoni di appagamento.

Dopo quanto tempo si sono visti i primi risultati? Quando è tornata alla visita di controllo era cambiato qualcosa?

Il primo controllo viene fatto dopo un mese e rispetto a prima sono cambiate alcune cose, come riportato dall'adottante: il cane che prima eliminava in casa comincia a eliminare in terrazza, fuori casa ha ancora grandi difficoltà. Esce solo la sera tardi perchè all'esterno con i rumori della strada la situazione è ancora uguale.

Al parco, invece, cammina al guinzaglio lungo e con l'aiuto della bambina che corre a volta riesce a giocare un po' con lei. Rimane comunque in affanno e appena può cerca di scappare per tornare a casa.

I primi miglioramenti sono dentro casa e si vedono con il gioco della copertina in camera da letto, non è ancora possibile spostarla nelle altre stanze ma Diana comincia ad apprezzarla; accetta più volentieri anche di salire in macchina se c'è la sua copertina. Quando la proprietaria rientra a casa il cane arriva di corsa per salutarla e questo è importante perchè finalmente manifesta l'intenzione di interagire con le persone. Diana come riporta la proprietaria è più tranquilla, sembra allegra, si rotola sul letto e porta in giro un giocattolo sonoro. La lesione sul carpo migliora e quando Diana è sola in casa non si lecca, la trovano sempre asciutta, lo fa soltanto in presenza della proprietaria e di sua figlia.

Al secondo controllo, tre mesi dopo, durante i quali D. ha lavorato con un educatore cinofilo, iniziano i primi miglioramenti anche fuori casa, soltanto al parco, dove Diana è abbastanza tranquilla e si sdraia nell'erba. Evita le persone di passaggio, è sempre ipervigile e non si riesce a coinvolgerla in qualche gioco al parco. In casa, invece, è diventata molto brava con i giochi di problem solving, di ricerca e con la mobility. Sempre più spesso si avvicina a D. mostrando l'evidenza di un attaccamento secondario sempre più sviluppato. Sono praticamente scomparse le pipì in casa e Diana ci tiene ad avere il suo premio quando elimina in terrazza. E' stata portata in casa di familiari e si è avvicinata a chiedere coccole alle persone ed ha interagito anche con il cane di casa.

La copertina ha acquistato valore e può essere spostata per tutta casa, ormai Diana sale sempre meno sul letto e preferisce la sua copertina, anche in terrazza dove prima non amava uscire.

Durante le vacanze al mare ha “bofonchiato” al cane della sorella di D. perchè si avvicinava a lei in cerca di attenzioni, quindi inizia anche a competere per l'interazione con la proprietaria rispetto ad altri cani.

Al rientro dalle vacanze cambia anche la terapia farmacologica e si inizia a scalare l'ansiolitico.

All'ultimo controllo dopo altri quattro mesi i farmaci sono stati ormai tutti interrotti, si continua soltanto con il collare con i feromoni. I cambiamenti sono evidenti: quando D. e la figlia entrano in casa Diana va alla porta scodinzolando, non si rintana più sul letto, esce sul terrazzo per eliminare ma anche per il piacere di stare lì. Esce da casa solo la mattina presto o la sera quando non c'è il rumore del traffico, ma al parco passeggia abbastanza tranquilla anche con altri cani. In area di sgambamento al rifugio dove D. opera come volontaria Diana è molto a suo agio e ha anche giocato con un altro cane.

A casa gioca con la bambina a rincorrersi e si mostra allegra e con la coda alta. Solo in strada è ancora in grande difficoltà.

Quali sono i punti chiave di questi cambiamenti? Cosa ci dice che Diana è migliorata davvero?

I farmaci agiscono sullo stato patologico mentale dell'animale, volevamo ridurre la sintomatologia del panico di questo cane, cioè permettere che l'emozione fosse minore in modo che l'aspetto cognitivo potesse essere utilizzato ed ampliato.

Quello che possiamo notare è che diminuisce lo stato ansioso, infatti non si presenta più il leccamento sull'arto, che è un sintomo di grande disagio in quanto è un'attività di sostituzione, tendente alla stereotipia.

L'altro obiettivo era quello di aumentare lo stato di attaccamento al gruppo familiare e i farmaci utilizzati servono anche a questo, a far sì che il cane accetti la relazione con le persone. Anche in questo Diana è migliorata tantissimo sviluppando un legame sia con la proprietaria sia con la figlia con cui si intrattiene giocando. Il cane ha iniziato a cercare l'interazione con le persone con cui vive e questo ci dice che trova piacevole l'interazione con loro. Ora che esiste un centro referenziale la situazione potrebbe migliorare anche fuori casa.

Ci sono segnali tangibili che un proprietario può osservare per rendersi conto dei miglioramenti del suo cane?

Per i cani lungodegenti in canile, molto ancorati ai loro rituali, il segno del miglioramento è accettare i cambiamenti: accettare la copertina, accettare che venga spostata, accettare l'interazione ludica. Altro segno tangibile è capire che il bocconcino è un buon tramite per l'interazione con le persone e iniziare ad interessarsi al gioco. Nel momento in cui il cane inizia a giocare attiva le aree cognitive e sviluppa le sue capacità.

Si può osservare facilmente anche la riduzione della sintomatologia e la diminuzione della tensione (sbadigli e biascicamenti); la postura al parco che non è più sempre di paura ma aumentano i comportamenti di esplorazione e l'interazione con altri cani.

In strada le cose non sono migliorate e forse non miglioreranno mai ma non è uno degli obiettivi principali, il grande miglioramento è l'aspetto ludico in casa. Il fatto che fuori casa sia abbastanza tranquilla da defecare e urinare è un altro segno di miglioramento. Il fatto che riesca ad eliminare fuori casa vuol dire che abbiamo allargato il piano prossimale di esperienza, il parco è diventato un luogo accettato da parte del cane.

Avere modificato alcuni rituali rendendoli funzionali alla relazione è un segno di miglioramento: è andata in vacanza in una casa che non conosceva e non ha avuto bisogno di tornare a stare sul letto, non è regredita.

La cosa importante per i proprietari e per noi figure professionali è capire fino a dove si può migliorare, dobbiamo essere consapevoli che non ci si può aspettare la guarigione completa.

Ci possiamo aspettare altri miglioramenti? Abbiamo altri obiettivi da raggiungere con Diana?

Il nostro obiettivo è che questo cane abbia meno sintomatologia di panico e di forte timore nei punti dove è più deprivata, cioè in strada, nel traffico. Non so se ci riusciremo mai, visto il quadro: un cane che da nove anni è in canile. Abbiamo già raggiunto un ottimo traguardo con l'aumento della relazione stretta con i proprietari e ampliando le capacità cognitive. Secondo me ci possiamo ancora aspettare qualcosa.

Un'ultima riflessione su una sorta di bilancio costi/benefici: la qualità della vita di questo cane è aumentata in maniera proporzionata rispetto al grosso sforzo che ha fatto? Diana può ritenersi soddisfatta della sua vita di adesso e di quello che ha fatto per guadagnarsela?

In effetti mi sono chiesto se fosse corretto togliere un lungodegente da una situazione in cui aveva i suoi rituali e le sue certezze e metterlo in un altro ambiente, soprattutto quando abbiamo visto che il cambiamento ha provocato un forte stress che si manifestava con il granuloma da leccamento. Con persone fortemente motivate e pronte ad affrontare una cosa del genere, sicuramente alla fine il cane ne ha tratto beneficio. Abbiamo fatto bene a fare tutto questo e il grande sforzo che ha fatto la proprietaria, economico e di investimento affettivo e di terapia cognitivo-relazionale e di modificazione della situazione, ha portato un grande giovamento. In questo caso il bilancio è assolutamente positivo. Purtroppo non è sempre così, a volte ci si chiede se sia il caso di riportare il cane in canile ma qui dopo circa 8 mesi di lavoro possiamo ritenerci molto soddisfatti. In altre situazioni invece casi simili non vanno altrettanto bene in quanto il proprietario non è così motivato.

Visti gli ottimi risultati, qual è stata la strategia vincente in questa situazione?

Sicuramente la motivazione della proprietaria è fondamentale. Il trattamento farmacologico è importante, fare una diagnosi con un obiettivo mirato che deve essere condiviso è importante così come la presenza dell'educatore. Questo miglioramento è il risultato del lavoro e della cooperazione tra un proprietario motivato, il medico veterinario comportamentalista e l'educatore cinofilo. Se manca uno di questi tre attori, le possibilità di miglioramento diminuiscono drasticamente.

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